Organizzare un Vatican Meeting for Bloggers significa mettere in modo desideri e aspettative, come scrivevo nel precedente post. L’evento vaticano ha già sortito il suo principale effetto: mobilitare risorse, energie, volontà di connessione e collaborazione,…

Proseguendo nelle mie riflessioni vorrei schematicamente proporre alcuni obiettivi di questo incontro:

1) Incoraggiare la presenza cristiana nella comunità dei bloggers. Un evento del genere è una maniera per ribadire l’importanza delle presenza cristiana nella blogosfera. Su questo non ci sono dubbi, credo. Invitare la blogosfera in Vaticano è un modo non solamente per riconoscerne la presenza, ma anche per confermarne il valore e il significato.

2) Stimolare il dialogo tra la fede e le culture emergenti. Il blog nasce dal basso. Si è parlato di “Citizen Journalism”, ad esempio. Le culture emergenti sono quelle che hanno una forte radice “popolare” e che si diffondono orizzontalmente e imprimono una spinta “bottom up”. Dare ospitalità a un evento di questo tipo significa riconoscere la rilevanza di questi fenomeni e incoraggiare il dialogo tra fede e cultura a questo livello. Dunque è un incontro che ha un significato che, a mio avviso, può andare anche al di là dell’incontro con i bloggers.

3) Raggiungere l’ampia comunità on line. La Chiesa è dove ci sono gli uomini. E oggi gli uomini sono anche in Rete, che è sempre di più uno spazio antropologico. Il Vatican Meeting for Bloggers riconosce questo spazio in maniera più esplicita.

4) Incrementare la familiarità tra il Vaticano come realtà istituzionale e la blogosfera. Quando si invita una persona è anche perché si riconosce a quella persona un valore e si riconosce la necessità e il bisogno di conoscersi meglio. Durante l’incontro saranno presenti persone che hanno un compito istituzionale. L’invito dunque riconosce la necessità di incrementare una facilità di relazione, una maggiore conoscenza e familiarità.

Non si intendono fornire regole o dare guide di comportamento: questo risulta chiaro. Si tratta di un incontro “aperto” in cui sostanzialmente si scambieranno esperienze e si solleveranno domande.

Sui vari social networks sarà poi possibile partecipare in maniera più estesa al dibattito. Si ha già l’impressione che il Vatican Meeting for Bloggers sarà un evento pienamente integrato nella realtà della Rete…

  1. Nunzio Marotti says:

    La Rete come “spazio antropologico”. L’uomo è la via della Chiesa. Dunque, è vera e bella e buona l’iniziativa vaticana. Ci si augura ricadute positive sul concreto vivere delle comunità cristiane. Grazie.

  2. Charles says:

    Non sarebbe male credo cambiare le premesse del punto 2: non “dialogo tra la fede e le culture emergenti”. Chi é l’interprete ufficiale della fede in questi dialoghi ? Ma soprattutto: abbiamo bisogno di un interprete “ufficiale”?
    Meglio perciò parlare di dialogo “tra i fedeli e le culture emergenti”. Per fecondarle dall’interno, non per guardarsi negli occhi tra diversi o dar sfogo ai propri personalismi: ciascuno si arrogherebbe (come di fatto capita nei blogs) l’autorità di un giudizio “istituzionale”. Non per giudicare, assolvere, condannare ma per far sì che ciascuno si assuma le proprie responsabilità anziché nascondersi dietro un’etichetta (blogger, Chiesa, fedele …); perché finalmente anche nella Chiesa la democrazia si realizzi (bottom up).

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