Si è concluso oggi a Rio de Janeiro il 1º Seminário de Comunicação para Bispos do Brasil. Il fatto di avervi partecipato come relatore per me è stata una esperienza molto coinvolgente e ricca per la riflessione ulteriore.

Il titolo del mio intervento è stato Espiritualidade e elementos para uma teologia da comunicação em red. E’ stato un intervento esplicitamente teologico che aveva l’obiettivo di mostrare come la logica delle Rete stia cambiando il  modo di vivere e pensare la fede, ponendo nuove sfide positive. La prima è quella di considerare la Rete non uno strumento ma come un contesto esistenziale, uno spazio di esperienza.

Ciò che mi ha colpito innanzitutto è stata la voglia di un gruppo numeroso di vescovi di una nazione (un centinaio i presenti) di interrogarsi e progettare. Mi ha colpito la grande curiosità e la grande capacità di ascolto. D’altra parte questi vescovi sono portatori di esperienze pastorali in zone che vanno dalla grande metropoli di Sao Paulo fino alle foreste dell’Amazzonia. La ricchezza dunque è intuibile, se non altro per le esperienze così diverse che si sono incontrate e messe in relazione tra loro. E poi, ovviamente, c’erano vescovi di poco più di quarant’anni e vescovi ultraottantenni, vescovi che prendevano appunti su un iPad o un Galaxy Tab, vescovi con netbook e altri con carta e penna.

La seconda cosa che mi ha colpito è stata la voglia di comprendere il senso delle cose, dei mutamenti perché la vita stessa della Chiesa è comunicazione. Se gli uomini mutano e approfondiscono il loro modo di comunicare questo tocca la Chiesa in maniera intima e non superficiale.

E’ possibile leggere in Rete varie riflessioni di agenzie o di singoli partecipanti. Ma soprattutto è possibile leggere il testo di tutte le relazioni nel sito della Conferência Nacional dos Bispos do Brasil (CNBB).


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