Il Vangelo non è un’informazione fra le altre — affermava nel 2002 l’allora card. Ratzinger durante il Convegno Parabole mediatiche —, una riga sulla tavola accanto ad altre», ma è «la chiave, un messaggio di natura totalmente diversa dalle molte informazioni che ci sommergono giorno dopo giorno». Continuava l’attuale Pontefice: «Se il Vangelo appare soltanto come una notizia fra molte, può forse essere scartato in favore di altri messaggi più importanti. Ma come fa la comunicazione, che noi chiamiamo Vangelo, a far capire che essa è appunto una forma totalmente altra di informazione– nel nostro uso linguistico, piuttosto una “performazione”, un processo vitale, per mezzo del quale soltanto lo strumento dell’esistenza può trovare il suo giusto tono?». L’intervento aveva il titolo «Comunicazione e cultura, nuovi percorsi di evangelizzazione nel Terzo Millennio» (9 novembre 2002).

La sfida che abbiamo davanti allora è seria, perché segna la demarcazione tra la fede come «merce» da vendere in maniera seduttiva e la fede come atto dell’intelligenza dell’uomo che, mosso da Dio, dà a Lui liberamente il proprio consenso. È dunque necessario oggi educare le persone al fatto che ci sono domande che sfuggono sempre e comunque alla logica del «motore di ricerca» e che la «googlizzazione» della fede è impossibile perché falsa.

È certamente da privilegiare invece la logica propria dei motori semantici verso i quali ci stiamo muovendo e che aiutano l’uomo a porre domande. È il caso di Wolfram Alpha, un «motore computazionale di conoscenza», cioè un motore che interpreta le parole della domanda e propone direttamente una sola risposta. Visto che, al momento, l’unica lingua che comprende è l’inglese, è interessante notare che la risposta alla domanda Does God exist? (Dio esiste?) sia: «Mi dispiace, ma un povero motore computazionale di conoscenza, non importa quanto potente possa essere, non è in grado di fornire una risposta semplice a questa domanda» (I’m sorry, but a poor computational knowledge engine, no matter how powerful, is not capable of providing a simple answer to that question).

Lì dove Google va a colpo sicuro fornendo centinaia di migliaia di risposte indirette, Wolfram|Alpha fa un passo indietro. Ovviamente la sua è una risposta scritta da una persona che avrebbe potuto scrivere anche semplicemente «sì» o «no».

Qual è il migliore, dunque, Google o Wolfram Alpha? Difficile da dire. Forse una via di mezzo. La differenza chiara però è che un motore «sintattico», quale è Google, analizza le parole al di fuori del contesto nel quale vengono utilizzate. La ricerca semantica tenta invece di interpretare il significato logico delle frasi, analizzando il contesto. Il modo in cui si pone la domanda può influenzare l’efficacia della risposta e, dunque, è necessario porla in maniera corretta. La ricerca di Dio è sempre semantica, e il suo significato nasce e dipende sempre da un contesto. Si comprende, quindi, come la Rete «sfidi» la fede nella sua comprensione grazie a una «logica» che sempre di più segna il modo di pensare degli uomini.

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