Fonte: Radio Vaticana

Il Papa esordirà il prossimo 12 dicembre su Twitter, con l’account @pontifex, rispondendo alle domande che gli arriveranno con l’ahshtag #askpontifex. “E’ una scelta coraggiosa ma molto coerente con il suo più recente Messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali che era sul tema del silenzio” – spiega Chiara Giaccardi, docente di sociologia e antropologia dei media all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Il silenzio é infatti la condizione dell’ascolto e la scelta di ascoltare le domande ci ricorda che la comunicazione non é, prima di tutto, emissione di messaggi, ma è allestire lo spazio dell’incontro e dell’ascolto, che accade solo nello spazio del silenzio”.

“E’ una scelta esemplare – aggiunge la Giaccardi – che ci dice come la Chiesa, che ha tante cose da dire, le può dire con il linguaggio giusto se prima sa ascoltare le domande”. “L’esordio del Papa su Twitter – aggiunge la studiosa -, com’é stato detto in Sala Stampa vaticana, è anche un modo per incoraggiare i blogger cattolici. Le barriere confessionali, infatti, sui social-media sono molto più permeabili che in altri contesti. E’ uno spazio in cui è più facile attraversare i confini. Anche i non-cattolici rilanciano volentieri gli argomenti di personalità cattoliche quando li ritengono interessanti.

Quindi, in questi territori smaterializzati (e non virtuali), c’é una possibilità molto più alta di incontrare i lontani”.

La prof.ssa Giaccardi replica infine ad alcune diffuse, recenti, critiche alla rete come luogo del virtuale. “Considerare la rete il luogo della virtualità, dell’inganno, dell’inautenticità, è un luogo comune molto diffuso, ma anche un grosso errore. E’ una conclusione a cui si arriva partendo da un determinismo tecnologico, attribuendo cioé alla rete il potere di creare qualcosa che ci condiziona e ci imprigiona. Invece la libertà dell’uomo è comunque sempre capace di far emergere i significati, nonostante l’ottusità del luogo. La rete non è mai in grado di condizionarci, di essere più forte della nostra libertà. E attribuire alla rete delle problematiche che appartengono alla vita umana e sociale – come quella della finzione, delle relazioni deboli – è scorretto.

Ogni ambiente è potenzialmente pericoloso e ci costringe ad adattarci. Ma noi siamo capaci di trasformarlo iscrivendo in esso i nostri significati, i nostri valori. E l’invito del Papa è proprio questo, abitare il web. Cerchiamo di essere migliori e il web sarà migliore”. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)

  1. maury says:

    Le argomentazioni della prof.ssa Giaccardi sono ottime. Credo che la scelta del Papa di aprire l’account su Twitter abbia spiazzato molti cattolici “tradizionalisti”. Come dire: finchè sul web c’è Spadaro è l’eccezione tollerata, ma il Papa è altro, la Chiesa è altro. Ecco forse una delle ragioni dell’articolo sull’Osservatore. Perchè il Papa puà scrivere e lanciare messaggi favorevoli ai social network e alla rete, ma trattasi sempre di messaggi. Ma ora arriva in rete di persona e questo “accorcia” le distanze e in qualche modo è come se il Papa (e con lui l’istituzione) si abbassasse.

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