Cliccare qui per l’intervista AUDIO  (durata: 26 minuti ca.)

“Oggi la grande sfida per la Chiesa non è imparare a usare il web per evangelizzare, ma vivere e pensare bene – anche la fede – al tempo della rete”. E’ il punto di partenza del saggio “Cyberteologia” (Ed. Vita &Pensiero), appena pubblicato da Antonio Spadaro sj, direttore della rivista La Civiltà Cattolica. “Oggi, grazie agli smart-phone e ai tablet, la nostra vita è sempre ‘on-line’ e la rete cambia il nostro modo di pensare e comprendere la realtà. Perciò, mi chiedo, come cambia la ricerca di Dio al tempo dei motori di ricerca? Chi è il mio prossimo all’epoca del web? Sono possibili la liturgia e i sacramenti sulla rete? ”.

Secondo p. Spadaro, sostenitore della spiritualità della tecnologia, “proprio nella rete Cristo chiama l’umanità ad essere più unita e connessa”. E questa concezione dei mezzi di comunicazione appartiene alla tradizione della Chiesa. “Quando nel 1931 Pio XI benedisse, in latino, i macchinari della Radio Vaticana – ricorda Spadaro – sottolineò che comunicare le parole apostoliche ai popoli lontani, attraverso l’etere, era un modo per essere uniti a Dio in un’unica famiglia”. Un’intuizione profonda, per l’epoca, che vedeva nella tecnologia della radio non un modo per trasmettere contenuti, fare propaganda, ma un mezzo per creare relazioni, un’unica grande famiglia di credenti. “Potremmo quasi dire – aggiunge Spadaro – che papa Ratti avesse già compreso pienamente la logica dei social networks”.

L’autore prescinde dalle critiche ai social networks, molto frequenti, non solo nel mondo cattolico. “Si tratta di ambienti, in cui si può vivere bene o male – spiega il direttore de La Civiltà Cattolica – dipende dalla qualità delle persone che li frequentano”. “Al di là di ogni considerazione – conclude – va valutato che su Facebook ci sono più di cinquecento milioni di persone, e quindi, soprattutto la Chiesa, non può non esserci. E’ un dato che fa appello alla nostra moralità”. Di fronte al pregiudizo, duro a morire, di una Chiesa nemica del progresso, Spadaro lancia un’ulteriore provocazione: “proprio noi credenti siamo chiamati a dare al mondo un contributo di lettura teologica del fenomeno della rete, far capire le vere potenzialità di questo ambiente (a cura di Fabio Colagrande).

Cliccare QUI per l’intervista AUDIO  (durata: 26 minuti ca.) e QUI per la pagina della Radio Vaticana relativa all’intervista. 

  1. Maria Teresa says:

    Naturalmente ho già comprato il libro perchè credo realmente che la rete abbia a che fare con la rete dei pescatori di cui parla Gesù: “Vi farò pescatori di uomini”
    Tutti gli uomini di buona volontà connessi in rete … mi pare che possono essere una metafora della fratellanza universale.
    Nella rete c’è il mondo e i cristiani ci devono essere per portare la buona novella.
    Grazie.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.