All’inizio degli anni Settanta, Marshall McLuhan, parlando della cultura dei media, comprese che i cambiamenti imposti dalla trasformazione culturale avrebbero toccato anche la liturgia.

Oggi si nota facilmente come l’essere umano, anche quando agisce in Rete, esprime il desiderio di pregare, anche in forma liturgica.

Per questo sulla rivista La Civiltà Cattolica ho appena pubblicato un saggio che offre una riflessione a partire dal momento in cui un microfono è stato poggiato su un altare e che giunge al fatto che in internet si vanno aprendo spazi che si pongono come liturgici e si intendono aperti a forme di sacramenti.

Illustrando varie esperienze, cerco di affrontare il tema in maniera critica, individuando i nodi dell’argomento e facendo notare sia i rischi di riduzione «magica» sia i nuovi e interessanti scenari che si aprono: le nuove tecnologie hanno creato uno spazio di esperienza con il quale il culto cristiano è chiamato a confrontarsi.

Ecco i sette paragrafi e dunque le 7 questioni centrali della riflessione:

  1. Dal microfono sull’altare alla preghiera dell’avatar
  2. Ci sono sacramenti in internet?
  3. Il networking è esperienza di comunione?
  4. La liturgia e la sua «riproducibilità tecnica»
  5. L’evento liturgico: tra presenza virtuale e interfaccia grafica
  6. La logica dello schermo
  7. I problemi e le sfide: l’uomo in Rete desidera pregare

Antonio SPADARO S.I., «Liturgia e tecnologia», in La Civiltà Cattolica 2011 II 107-120.

 

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