Sul numero del 27 gennaio di Famiglia Cristiana si legge una intervista al cardinal Bagnasco. Tra le varie domande ce n’è una su Chiesa e internet. La riporto qui di seguito. L’intervista integrale si può leggere sul sito di Famiglia Cristiana.

Antonio Sciortino:  Le coscienze dei giovani, lo ha detto anche lei molte volte, sembrano influenzate dalla Tv, da Internet e dalle Reti sociali più che dagli stessi educatori. Il fatto che la Chiesa prenda sempre più confidenza con questi mezzi, può essere la via giusta per raggiungere ed educare le nuove generazioni? E come integrare il mondo virtuale con il rapporto diretto faccia a faccia?

Card. Bagnasco:

«La Rete sta cambiando il modo di vivere e di lavorare, modificando con la velocità e la mobilità dei suoi linguaggi, il rapporto con il tempo e con lo spazio.

Tuttavia, a ben guardare, il suo successo è legato al fatto che corrisponde a bisogni antichi, come quello di comunicare, di entrare in contatto, di condividere contenuti. In una parola di superare l’individualismo che chiude in sé stessi.

La Chiesa ha saputo integrare i linguaggi della modernità come la radio, la Tv e ancor prima il cinema. Oggi è chiamata ad abitare anche questo “nuovo contesto esistenziale”.

Non bisogna avere pregiudizi di fronte a questa nuova frontiera, ma occorre sviluppare un senso critico che metta al riparo dalla superficialità e soprattutto non impoverisca la relazione immediata che mai potrà essere abbandonata».

    • Semelets says:

      Bisogna entrare nella testa dell’interlocutore, pensare quello che lui pensa e poi ingegnarsi. Gesù si è ingegnato inventandosi le parabole e la Xerox inventandosi il sistema “a finestre” per i computer.
      Nessun metodo però è efficace in se stesso: se vuoi confrontarti con un non credente, prima devi pensare da non credente, altrimenti tutti gli sforzi saranno vani.

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