L’11 ottobre del 1962 papa Giovanni XXIII aprì il Concilio Vaticano II. L’11 ottobre 2012 papa Benedetto XVI si è affacciato dal suo balcone come aveva fatto il suo predecessore per benedire la folla che con le fiaccole in mano era affluita in via della Conciliazione e in piazza San Pietro, invitata dall’Azione Cattolica. Io ero lì.

In mezzo a decine di migliaia di persone, non mi sentivo immerso in una “folla” anonima, ma accanto a persone, giovani, di mezza età e anche anziane, che pregavano attendendo anche una parola del Papa e la sua benedizione. Tra le testimonianze che si sono succedute dal vivo e in video è stata trasmessa dai maxi schermi collocati in Piazza San Pietro la celeberrima ripresa televisiva del “discorso alla luna” di Giovanni XXIII in una versione completa, di poco più lunga dei video che circolano (anche in rete). Dall’inzio alla fine, cioè fino alla benedizione.

Ed ecco che, appena ho sentito l’altoparlante in piazza diffondere il sonoro del video al momento della benedizione, mi sono chiesto: e adesso che accadrà? Le parole di Giovanni XXIII venivano diffuse nella piazza come 50 anni prima ed ecco che le persone riunite, raccolte davanti ai maxi schermi si sono segnate come a ricevere quella benedizione Cialis “virtuale” che sembrava solcare non solo lo spazio (come avviene per le celebrazioni televisive trasmesse in diretta) ma anche il tempo proprio  grazie alla televisione. La gente aveva la percezione soggettiva di essere benedetta dal Papa Giovanni XXIII perdendo (o non curandosi del) la consapevolezza che quello era solamente un documentario.

Dopo pochi minuti si è affacciato Benedetto XVI dalla sua finestra. I volti che erano concentrati sulle immagini di 50 anni fa (che nella posizione in cui io ero collocato venivano viste sul lato sinistro della Piazza), si sono girati verso il lato destro, verso la finestra illuminata dalla quale è apparso il Papa. In quei pochi istanti tutti hanno viaggiato nella macchina del tempo e sono tornati “qui ed ora” e hanno raccolto la benedizione di Benedetto XVI facendo lo stesso gesto del segno della croce. Ho avuto l’impressione soggettiva di essere stato benedetto da due Papi nella stessa serata e a distanza di pochi minuti.

L’abitudine alla logica dello schermo e al senso di contemporaneità che i media ci offrono ha dato forma per molte persone a una esperienza singolare che pone molte questioni interessanti sul significato della “presenza” e della percezione della “contemporaneità” a un evento e della “partecipazione” ad esso al tempo dei media digitali.

  1. Pietro Abate says:

    Il Bene, cioè la Chiesa, non conosce gli effetti del tempo e dello spazio! L’uomo religioso, vive nell’Eterno Presente perché figlio adottivo di Dio. E’ in relazione d’Amore con la SS. Trinità, 24 ore al giorno. E’ docile alla Sua Volontà e vive per rendere felice il Signore, il prossimo e il creato.
    Purtroppo anche nella Chiesa del terzo millennio ci sono ancora molti dubbi sulla reale Presenza di Gesù Cristo, nell’Eucaristia, nella vita dei suoi fedeli discepoli, che la Parola, la preghiera del cuore, e il Gioioso servizio della Carità nella Verità, rinnova continuamente! E li rende uniti come un cuor solo e un’anima sola. Molti cristiani sono influenzati dalla società secolarizzata. La loro fede è tiepida, non sono né carne, né pesce! La conversione quotidiana manca. E tutta la realtà, la vita e le opere sono un monumento al proprio egoismo! Signore, aumenta la nostra fede, nell’Anno della fede, e aiutaci con lo Spirito Santo ad amare tutti, sempre e ovunque, come Tu ci hai amato. Ti ringraziamo per il vuoto interiore, perché ci stimola a cercarti e ad amarti con cuore sincero. Grazie Maria per averci donato Gesù. Egli abita qui nella mente e nel cuore. E ci rende felici e attenti, come le sentinelle del mattino! ” Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me “. I Santi sono I testimoni credibili e coerenti, che Gesù Risorto è la Speranza del mondo. Signore manda sempre nuovi e santi operai nella tua vigna. Amen!
    Grazie Padre Antonio.

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