Nel contesto dell’Anno della Fede, Benedetto XVI quest’anno, formulando il tema della 47.a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali invita a riflettere sui networks sociali, usando le splendide metafore della “porta” e dello “spazio” e collegando ad esse la verità, la fede e l’evangelizzazione. Il gesto è sorprendente. Il tema infatti è: “Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione”.

Perché? Qual è il significato profondo di questo messaggio?

La domanda ha accompagnato questi ultimi anni sembra essere la seguente: le “reti sociali” su Internet sono forme di comunicazione e condivisione che contribuiscono alla crescita umana degli individui, o piuttosto un insidioso pericolo che può far aumentare il loro senso di solitudine e di spaesamento?

Ecco il punto: scegliendo il tema della 47.a Giornata delle Comunicazioni Benedetto XVI ha saltato a piè pari l’approccio di tipo moralistico andando al “sodo”, al significato profondo delle reti sociali. E’ come se dicesse: la prima cosa da fare sia capire cosa succede, di cosa stiamo parlando. Il social network è un ambiente di relazione, di conoscenza e l’ambiente in quanto tale fornisce delle grandi opportunità: è porta, è spazio.

Aggiungo io: il criterio di “bontà” è sostanzialmente esterno al social network perché è l’etica della persona, la sua capacità di integrare la presenza in quest’ambiente virtuale con la propria vita di relazione. Chi nella vita reale tende a isolarsi e a preferire relazioni poco coinvolgenti e significative, in cui ci si compromette poco, può trovare nei social network un luogo ideale di espressione, anche del proprio narcisismo. Una persona che vive invece delle relazioni sostanzialmente sane, può trovare in essi una grande opportunità per dare continuità a rapporti che altrimenti sarebbero eccessivamente frammentati.

Dunque il Papa è interessato al fatto che, in un tempo in cui la tecnologia tende a diventare il tessuto connettivo di molte esperienze umane quali le relazioni e la conoscenza, è necessario chiedersi: può essa aiutare gli uomini a incontrare Cristo nella fede? Non basta più il superficiale adeguamento di un linguaggio o di pensare la Rete come un “mezzo” di evangelizzazione. E’ invece indispensabile oggi poter presentare il Vangelo come risposta alle domande di senso e di fede, che anche dalla rete emergono e nella rete si fanno strada.

E ciò che rende peculiare i social networks è l’emergere delle relazioni e l’accentuazione di uno stile dialogico ed interattivo nella comunicazione e nella relazione. Che cosa significherà tutto ciò per l’evangelizzazione e per la tensione inesausta dell’uomo alla verità? Il testo del Messaggio, che uscirà come tradizione il 24 gennaio, ci dirà di più.

Certo è che la vita dell’uomo di oggi si esprime anche nell’ambiente digitale. Il Papa sembra far crollare le pareti del dualismo digitale. Finché si dirà che bisogna uscire dalla relazioni in Rete per vivere relazioni reali si confermerà la schizofrenia di una generazione che vive l’ambiente digitale come un ambiente puramente ludico in cui si mette in gioco un secondo sé, un’identità doppia che vive di banalità effimere, come in una bolla priva di realismo fisico, di contatto reale con il mondo e con gli altri. La sfida non è solamente etica ma anche profondamente spirituale.

Se il Pontefice indica che le reti sociali possono essere «porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione» allora una delle sfide maggiori oggi consiste nel  non vedere nella Rete una realtà parallela, ma uno spazio antropologico interconnesso in radice con gli altri della nostra vita.  Finché si manterrà il dualismo on/off si moltiplicheranno le alienazioni. La sfida, dunque, non deve essere quella di come usare bene la Rete, come spesso si crede, ma di come vivere bene al tempo della Rete, di come un uomo possa incontrare Cristo nella fede, vivendo la sua vita anche nel contesto delle reti sociali.

 

  1. Annarita Petrinoarita says:

    Il tema è senza dubbio profondissimo e, a mio parere, non chiama un gioco solo le nuove generazioni, ma anche e soprattutto le vecchie, abituate a vedere la rete come qualcosa di incomprensibile o come una perdita di tempo. Direi che gli sforzi del cristiano debbano essere proprio quelli di far lievitare il senso della rete nel tessuto sociale, affinché tutti possano prendere coscienza.

  2. Azne Asoib says:

    L'odierna realtà delle "reti sociali" merita attenzione, conoscenza, studio e comprensione the parte di tutti: come dice il santo Padre, Benedetto XVI ,“(…) esse sono porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione”.

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