di Luca De Biase (nel suo blog al quale rinvio per la lettura integrale)

La specie umana evolve anche sviluppando forme di connessione e coordinamento mutanti. I corpi e i cervelli degli individui si incontrano attraverso mezzi di comunicazione, di trasmissione, di ricezione e riconoscimento sempre più sofisticati. La tecnologia digitale ha accelerato la mutazione delle forme di connessione delle persone. Forse, rispetto a un passato in cui la relazione tra le persone era condizionata da un maggiore coinvolgimento dei loro corpi, la tecnologia digitale abbatte alcune barriere alle connessioni dirette tra i cervelli, tra le immagini dei loro corpi, tra i loro contesti culturali.

I telefonini e i computer sempre connessi alla rete che le persone trovano ovunque si spostino sono parte di questa evoluzione. Non annullano ovviamente il corpo, ma lo estendono, abbattendo alcune barriere fisiche al contatto tra i cervelli. La dimensione culturale che si forma in questo modo non è per le persone soltanto uno strumento, ma anche un ambiente culturale che a sua volta attiva fenomeni evolutivi. Non per nulla ci si interroga su come la rete cambi il nostro modo di pensare (Edge). Emerge, quantomeno, una nuova dimensione antropologica. E Antonio Spadaro ne tira una conseguenza fondamentale, per un gesuita, e affascinante per qualunque essere umano consapevole dell’importanza della ricerca teologica. 

Per Spadaro, se internet influisce sul nostro modo di pensare, se la diffusione delle connessioni digitali modifica i termini dell’intellegenza collettiva, se ha un impatto fortissimo sulla cultura, allora interessa anche chi cerca Dio e si interroga su come gli esseri umani stiano cambiando in rapporto alla loro fede. Il contributo originale e pionieristico di Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, intellettuale chiamato a contribuire al lavoro di alcune delle più importanti istituzioni della ricerca cattolica e vero e proprio esploratore della dimensione digitale della vita quotidiana, è una paziente e informata riflessione sull’evoluzione del pensiero del cristianesimo al tempo della rete. Ne scrive sulla rivista che dirige, sul suo blog, sui social network e in un libro da non perdere: Cyberteologia.

Il libro parte dalla sua stessa esperienza di visionario a [continua la lettura facendo click qui].

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